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Progetto stare meglio si può

All'evento hanno partecipato il dott. Raffaele Grottola, Direttore dei Servizi Sociali dell'A.Ulss 9, il dott. Andrea Tessari dell'UOC Disabilità dell'A.Ulss 9 e Livio Concini, vicesindaco di Malcesine e rappresentante del comitato dei Sindaci del distretto 4.

Tutti hanno concordato sull'importanza di sostenere la cultura dell'inclusione sociale e di cercare strade innovative per offrire nuove opportunità alle persone con disabilità. Hanno sottolineato l'importanza del lavoro in rete tra Comuni, A.Ulss, enti del privato sociale, persone con disabilità e loro famiglie.

Complessivamente nel progetto sono state coinvolte 54 persone con disabilità: 31 nei gruppi appartamento (sia residenziali che diurni), 16 in esperienze occupazionali e 13 in percorsi di tirocinio - stage lavorativo. Al termine del progetto, 28 di questi progetti hanno trovato continuità.

Durante l'evento il prof. Luciano Pasqualotto ha sottolineato l'importanza di superare l'approccio assistenziale e la focalizzazione sui livelli di gravità, per concentrarsi sul fatto che ognuno ha il diritto di vivere bene. Ha identificato cinque pilastri su cui si regge un buon vivere:

  • Autodeterminazione;
  • lavoro/occupazione;
  • vita indipendente;
  • relazioni affettive e sessuali;
  • cittadinanza.

Le testimonianze emozionanti dei familiari hanno evidenziato quanto sia stato impegnativo il percorso di autonomia ed emancipazione, ma anche quanto sia necessario lasciare andare e consentire alle persone con disabilità e alle loro famiglie di trovare la propria dimensione di vita.

La dott.ssa Chiara Castiglioni, che ha accompagnato un gruppo di famiglie durante il percorso, ha sottolineato l'importanza fondamentale di sostenere i genitori e i familiari in questo processo di autonomia e separazione dalla famiglia. In particolare, ha evidenziato quanto sia cruciale aiutare a immaginare il proprio figlio o figlia come adulto fin dalla prima infanzia. Sostenere un'immagine futura adulta è di fondamentale importanza. Se non si riesce ad immaginarli adulti, non si darà loro mai la possibilità di diventarlo.

Gli operatori coinvolti nel progetto hanno mostrato, attraverso la loro esperienza, come concedere il permesso di provare, anche commettendo errori. Hanno inoltre sottolineato che il lavoro educativo non è mai unidirezionale, ma rappresenta sempre una relazione arricchente ed emozionante per l'educatore, avendo sempre la persona al centro di tutto.

Infine la dott.ssa Roberta Bertoncini, responsabile dei progetti del cosiddetto "Dopo Di Noi", ha corretto l'espressione come decisamente errata, sottolineando che non si costruisce nulla "per il dopo", ma è necessario avviare percorsi di adultità in anticipo e non quando la famiglia non è più in grado di sostenere la persona con disabilità. La dott.ssa Bertoncini ha affrontato in particolare il tema di garantire la continuità di questi progetti, dimostrando come attualmente esista la possibilità, attraverso i fondi della Legge 112/16 e del PNRR, di garantire la continuità per quasi 60 persone. In particolare, il PNRR prevede finanziamenti specifici per la domotica, che potenzialmente possono agevolare e facilitare molti percorsi verso l'autonomia abitativa.

I protagonisti dei progetti si sono presentati attraverso un filmato che ha mostrato le diverse esperienze e attraverso interviste in cui hanno raccontato le loro esperienze, emozioni, difficoltà e soddisfazioni che hanno incontrato nel loro percorso verso l'essere adulti. Queste esperienze sono state caratterizzate da colori vivaci e gioia di vivere, dimostrando che se viene loro data l'opportunità di provare, sono capaci di sorprendere non solo gli altri, ma forse anche se stessi. 

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